Un passo indietro
Per strada cammini,
A un tratto mi vedi,
mi senti. Ritrai la gamba
per fare un passo indietro.
Al mercato isolato
Mi passa del pane
Una commessa dagli occhi ostili.
Un passo indietro lei,
Un altro di riflesso anch’io.
Nella fila di mascherine
Svelate osservo la sfida
Della fratellanza.
Ma il fratello non sorride più.
Ho visto il passo suo veloce
e asciutto riprendere
la strada umida
di lacrime stanche,
provenienti dai balconi
carichi di vita.
È giunta l’orazione
Che l’ora sesta sfama.
È silenzio religioso
quello del collasso.
Incrocio un tale
Dal passo ignaro e svelto,
dal volto coperto, indifeso cuore.
Si finse sordo alla domanda
di aiuto d’altri più difficili passi.
Lo sguardo incroció il mio.
Quel passo indietro lo feci io.
Apprendemmo a distinguere
i veri passi dell’umanità,
Nelle notti tese
Nelle giornate arrese.
Al di qua della finestra,
Lo sguardo peregrino
Si rifugia nella luna
Così ridente, così distante.
Candida e perturbante
come neve di primavera.
Un passo indietro e
Torneremo a guardarci
negli occhi, finalmente.
Sono tutti passi identitari
senza confini
nelle differenze che ci rendono uguali.
Un passo davanti l’altro
E domani avremo meno paura.
Madre Terra non farà un passo
indietro mentre si riconcilierá
con noi per il nuovo patto.
Sarà il passo debole dei più deboli
Sarà il passo umile dei sapienti
Sarà il passo coraggioso dell’incontro
quel che in terra ci terrá uniti.
Mi spaurisce e mi conforta
questo passeggiar solingo.
Mai la vita fu così poco
nelle nostre mani e tanto
nei nostri passi.